Confronto fra le varie terapie farmacologiche per la perdita di peso

Recentemente è comparsa su JAMA una metanalisi network, un confronto multiplo di 28 studi che includono vari trattamenti farmacologici per la perdita di peso.

In particolare, sono stati confrontati gli effetti sulla perdita di peso e gli eventi avversi del trattamento per un anno con Orlistat, Lorcaserina, Naltrexone-Bupropione, Fentermina-Topiramato e Liraglutide, somministrati a pazienti obesi o in sovrappeso.

Tre gli obiettivi primari dello studio: a) la percentuale di pazienti che perdeva almeno il 5% del peso di partenza e di quelli che ne perdeva almeno il 10%; b) l’entità della perdita di peso; 3) la quantità di pazienti costretti a sospendere la terapia per eventi avversi.

Sono stati valutati circa 30mila pazienti sovrappeso o obesi (età media: 46 anni), di cui il 74% erano donne; all’inizio del trattamento la mediana del peso corporeo era di 100,5 kg e l’indice di massa corporea (BMI) medio era pari a 36,1 kg/m2.

EFFICACIA DELLE DIVERSE TERAPIE FARMACOLOGICHE CONDOTTE PER UN ANNO
FARMACO CALO DI PESO
≥5% rispetto al basale rispetto al placebo
placebo 23%
Orlistat 44% -2,6 kg
Lorcaserina 49% -3,2 kg
Naltrexone-bupropione 55% -5,0 kg
Liraglutide 63% -5,3 kg
Fentermina-topiramato 75% -8,8 kg

Naltrexone-Bupropione e Liraglutide erano associati con le più alte probabilità di sospensione per eventi avversi correlati al trattamento. Tutti i farmaci considerati erano risultati associati a una perdita di peso di almeno il 5% a 52 settimane rispetto al placebo. Fentermina-Topiramato e Liraglutide erano associate con le più alte probabilità di raggiungere una perdita di peso di almeno il 5%. Esistono, in conclusione, farmaci efficaci nella terapia del sovrappeso e dell’obesità, anche se i più efficaci sono gravati da importanti effetti indesiderati che possono compromettere l’aderenza del paziente. Nonostante ciò, ad oggi nessuno di questi farmaci è rimborsato dal nostro SSN.

Bibliografia:
Khera R, Murad MH, Chandar AK, et al. Association of Pharmacological Treatments for Obesity With Weight Loss and Adverse Events: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA. 2016;315(22):2424-34.

 

L’Obesità “Metabolicamente Sana” non esiste

L’obesità “metabolicamente sana” che, pur non avendo mai ricevuto una definizione standard, corrisponderebbe allo stato di soggetti con BMI elevato che non presentano dislipidemia, insulino-resistenza, sindrome metabolica. Non c’è mai stato un effettivo consenso sul fatto che questi soggetti si potessero considerare scevri da rischio cardiovascolare.

Dai dati dello European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition study (EPIC-CVD), è stato condotto uno studio caso-coorte che ha coinvolto oltre mezzo milione di cittadini europei per un follow-up medio di oltre 12 anni, riportando 7600 eventi cardio-vascolari.

Dividendo la popolazione in base alle soglie di BMI e ai determinanti fisici e biochimici di disfunzione metabolica, sono stati calcolati i rischi di sviluppare problematiche cardiovascolari.

Anche in assenza di alterazione degli indici metabolici, il rischio è aumentato nei soggetti sovrappeso o obesi.

Quindi anche se le alterazioni metaboliche sono certamente le principali imputate per le problematiche cardio-vascolari dei pazienti, in modo indipendente dalla massa corporea, la loro assenza non garantisce al paziente sovrappeso o obeso un futuro libero da malattie cardio-vascolari.  E’ solo questione di tempo.

Pertanto, se da una parte si smantella l’etichetta di “obeso sano”, si rafforza la visione dell’obesità come malattia. Questa impostazione, suffragata da evidenze oggi difficilmente contestabili dovrebbe improntare l’approccio assistenziale al singolo paziente e le scelte di politica sanitaria, a partire da oggi e per il prevedibile futuro.

 

Bibliografia:
Lassale C, Tzoulaki I, Moons KGM et al.  Separate and combined associations of obesity and metabolic health with coronary heart disease: a pan-European case-cohort analysis. Eur Heart J. 2018 Feb 1;39(5):397-406.